sabato 28 febbraio 2015

GB - GALL BLADDER MERIDIAN


Questo post, contenente il video animato del tragitto energetico del meridiano della vescica biliare,
è integrativo del post precedente, che ho pubblicato ieri col titolo: IL MOVIMENTO ENERGETICO DEL MU (prima parte)


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La prossima volta vi illustrerò le caratteristiche peculiari e le implicazioni terapeutiche di questo tragitto energetico (che come potete notare interessa tra l'altro tutta la regione laterale della testa...)
Buona visione!

IL MOVIMENTO ENERGETICO DEL MU (prima parte)


Ricordate la teoria dei cinque movimenti energetici, di cui abbiamo parlato in un precedente post?

Per agevolare il ricordo, vi ripropongo uno schema riepilogativo:



Questa teoria, chiara agli orientali fin dall'antichità, risulta essere basilare in M.T.C.: 
essa è nata dalla scrupolosa ed acuta osservazione della realtà, cui è conseguito lo studio attento delle leggi energetiche che regolano, sia in condizioni fisiologiche che patologiche, il manifestarsi dei vari fenomeni vitali, nell'universo naturale come nell'uomo, che della natura è parte integrante (microcosmo nel macrocosmo)

Da oggi, cerchiamo di entrare meglio nel merito di questo studio, cominciando a prendere in considerazione   
il movimento energetico del MU.




Questo movimento (che noi traduciamo col termine legno, ma sarebbe più opportuno tradurre col termine albero) è posto tra il movimento del SHUI  (acqua, YIN) e quello dell' HUO (fuoco, YANG):
l' ideogramma del MU è rappresentato per l'appunto da un albero, col le sue radici (le tre linee inferiori) ed il tronco (linea verticale superiore) che si erge verso il cielo, al di sopra della linea che rappresenta la superficie terrestre (linea centrale orizzontale):


Traducendo l'ideogramma con un disegno schematico più chiaro, possiamo vedere come l'albero, che fiorisce in primavera, ben rappresenti quella "qualità" dell'energia che in natura costituisce la fase di passaggio dallo yin allo yang:



Le robuste radici, ben infisse nel terreno (yin) , consentono all'albero di potersi librare con i suoi rami flessibili verso il cielo (yang) 



L' immagine dell' albero mi induce ad accantonare momentaneamente il discorso sul movimento energetico del Mu, per aprire una parentesi di carattere generale su una visione d'insieme dei movimenti energetici naturali, che ritengo abbastanza importante:

come l'albero, l'uomo rappresenta un "trait d'union" energetico tra l'energia yin, che assume dalla terra (vedi anche alimentazione) e l'energia yang, che assume dal cielo (vedi anche respirazione). 

Queste due qualità di energia (yin e yang) circolano nell'organismo umano e consentono la vita


L'evoluzione del ciclo vitale dell'uomo, come di ogni essere vivente, è la prima fondamentale espressione di un circuito energetico naturale: nella prima parte della vita, dalla nascita alla maturità, si ha il passaggio dallo yin verso lo yang  (fase di crescita: primavera della vita); nella fase di maturità si raggiunge la pienezza dello yang (estate della vita); quindi inizia la fase di ritorno dallo yang verso lo yin (autunno della vita), per ricongiungersi infine alla stessa terra che aveva dato all'uomo le radici per vivere e crescere.

 Questo circuito energetico generale si ripropone continuamente in natura col ciclo delle stagioni e dei giorni: 

 ad ogni ciclo annuale si passa da una fase energetica che chiameremo "a bassa frequenza"(inverno) ad una fase di incremento della frequenza energetica (primavera), fino ad una fase che definiremo ad alta frequenza energetica (estate), per poi ritornare ad una riduzione progressiva della stessa in autunno.  Ogni giorno,inoltre, con l'alba e col tramonto, con il mezzogiorno e con la mezzanotte, si ripete la stessa evoluzione ciclica: se così non fosse non ci sarebbe neanche possibilità di vita: pensiamo per esempio a cosa potrebbe succedere in una situazione di temperature perennemente calde (yang) o perennemente fredde (yin)

la luna ed il sole: lo yin e lo yang celesti


Ritorniamo al movimento o insieme energetico del MU: 

nel grafico di sopra, che riassume i vari movimenti energetici, è il movimento posto tra quello dell'acqua e quello del fuoco (a sinistra di chi guarda).

E' la "qualità" di energia tipica in natura della stagione primaverile e nel ciclo giornaliero corrisponde al momento dell'alba (passaggio dal buio alla luce).
 E' un'energia che va dallo yin verso lo yang, mobile, in movimento verso l'alto, ma in modo discontinuo, direi "a sbuffi".
E' l'energia tipica del vento, che risulta essere l'elemento climatico preponderante in primavera (vento esterno).
 In medicina cinese si parla anche di vento "interno" all'organismo, che determina disturbi fugaci, ma anche intensi come improvvisi crampi muscolari, o come dolori "erratici" che si spostano facilmente da un'articolazione all'altra o da un distretto all'altro dell'organismo ecc. (questo "vento interno" spesso si associa al altri "climi interni" come "freddo", "caldo" o "umidità", ma di tutto questo dovremo parlare meglio in seguito). 
Questa energia tipo"vento" aggredisce principalmente il meridiano della vescica biliare e del fegato, cioè i meridiani del viscere (FU) e dell'organo (ZANG) che fanno parte primariamente dell'"insieme energetico" del MU. In realtà è meglio parlare di "viscere-funzione" ed "organo-funzione"anziché semplicemente di viscere ed organo, perché è l'aspetto funzionale energetico più di quello anatomico che ci interessa in Agopuntura.

Ricordiamo che ogni "insieme energetico" comprende, all'interno dell'organismo, principalmente un organo (yin) ed un viscere (yang) accoppiati, con i loro rispettivi canali energetici o meridiani, e correlati energicamente ad un tessuto anatomico ed ad un organo di senso specifici; inoltre è molto importante considerare che ad ogni insieme energetico somatico corrisponde un determinato aspetto psico-mentale ed emotivo.
L'insieme del MU comprende, oltre all' "organo-funzione" fegato ed al "viscere-funzione" vescica biliare, il tessuto anatomico muscolare, considerato sotto l'aspetto della contrattilità, e le unghie, l'organo di senso della vista (occhi); come elementi esterni all'organismo che riguardano il MU, prendiamo in considerazione il vento, già citato, il verde in tutte le sue sfumature (fino al verde bluastro) colore che predomina in natura in primavera, il sapore acre (il sapore rappresenta l'energia di un alimento e"tonifica" il movimento energetico corrispondente: ne consegue che in dietologia, secondo i dettami della medicina cinese, non sono importanti soltanto le "calorie" degli alimenti...)

Il movimento mentale del MU è denominato HUN: se è equilibrato induce flessibilità caratteriale ed ascesa interiore, analogamente ai lunghi rami di un albero che si lasciano cullare dal vento (foto sopra), mentre quando è disturbato, porta ad accessi di collera ( l'energia che "sale sbuffando").

Mi rendo conto che, considerando le mie abitudini, oggi rischio di diventare prolisso, per cui vi rimando ad una "seconda puntata" sullo stesso argomento, dove parleremo, tra l'altro, di alcune applicazioni terapeutiche pratiche di queste teorie.

Vi invito, però, a guardare con attenzione i tragitti dei meridiani del fegato e della vescica biliare nei due video che seguono: in particolare osservate come il meridiano della vescica biliare (cliccate sul primo link), segua un andamento laterale, intermedio tra la regione anteriore (yin) e quella posteriore (yang) del corpo, e compia dei "zig-zag" ripetuti tra queste due regioni, soprattutto a livello del tronco: ciò ad indicare anche "topograficamente" la "qualità energetica" del MU che è esattamente intermedia tra lo yin e lo yang (yang di yin = yin che va verso lo yang).










Saluti e salute a tutti!

lunedì 9 febbraio 2015

Trattamento agopunturale delle neuropatie periferiche





Propongo per gli interessati, in "modalità estemporanea", questo interessante lavoro riguardante il trattamento delle neuropatie periferiche mediante l'agopuntura: la trattazione è indicata per gli "addetti ai lavori", ma può senz'altro incuriosire un pubblico più vasto, anche per avere un'idea generale del modo di "ragionare" in Medicina Tradizionale Cinese: cliccate sul link sottostante e...buona lettura!

http://www1.popolis.it/umab/uploaddocumenti/2008/3_190_ECVGCVEIBBTN.pdf

A breve riprenderemo il nostro  cammino abituale.

Saluti e salute a tutti

domenica 1 febbraio 2015

IL "SIMILLIMUM" OMEOPATICO

Parliamo oggi della LEGGE DI ANALOGIA o SIMILITUDINE che rappresenta un altro dei quattro pilastri fondamentali dell' Omeopatia.

Come necessaria integrazione di questo post, rimando alla lettura di un mio precedente post, intitolato "IL DOSAGGIO IN OMEOPATIA",  dove parlo della necessità di adoperare le diluizioni infinitesimali nel trattamento medico omeopatico


le molecole diluite in acqua si aggregano proporzionalmente all'aumentare della diluizione...


 In Omeopatia (come ritengo succeda in ogni metodologia clinica), il momento probabilmente più significativo è costituito dall'atto terapeutico, che rappresenta l'applicazione pratica di tutta la Dottrina   Omeopatica.




 Il medico omeopatico, come elementi di base fondamentali per il suo lavoro, ha a disposizione le sperimentazioni cliniche ed i conseguenti quadri patogenetici, raccolti nelle Materie Mediche (Trattati di Clinica e Farmacologia Omeopatica), e dispone inoltre di studi dettagliati riguardanti tutte le possibili variazioni sintomatologiche soggettive ed oggettive relative ai singoli organi e distretti corporei, con le relative modalità di aggravamento e di miglioramento, che costituiscono i Repertori Medici.

Ciò è è stato reso possibile grazie alla grande mole di lavoro svolto da illustri omeopati del passato (il Kent, ad esempio, grande omeopata americano, dedicò l'intera sua esistenza, sacrificandola fino alla morte, nello studio necessario per la stesura del suo famoso Repertorio).


LA TERAPIA OMEOPATICA DERIVA DAL CONFRONTO TRA IL QUADRO MORBOSO DEL PAZIENTE ED I QUADRI MORBOSI INDIVIDUATI SPERIMENTALMENTE

Il medico omeopata prende in considerazione soprattutto i sintomi "reattivi" del paziente, cioè il suo modo di reagire nei confronti della propria affezione; quindi, attingendo alle sue conoscenze della materia medica omeopatica e dopo aver consultato il repertorio omeopatico dei sintomi, prescrive come rimedio quella sostanza le cui modalità reattive sperimentali corrispondono a quelle del paziente.



Quando la similitudine che risulta da questo confronto "copre" l'insieme dei disturbi fisici, funzionali e mentali del paziente, il medico è certo di aver individuato il SIMILLIMUM, cioè il rimedio realmente capace di "curare" il paziente, facendogli recuperare il proprio equilibrio omeostatico, e cioè quello stato che noi chiamiamo "salute".

Non sempre, tuttavia, si riesce ad individuare il "simillimum" omeopatico, anche se è sempre possibile individuare il "similis" e realizzare comunque un buon trattamento terapeutico (vedremo in seguito come).

Come al solito, oggi ho solo fatto un breve inquadramento generale della legge di similitudine, rinviando gli approfondimenti necessari ai prossimi post.
Voglio solo ribadire fin da ora che il rimedio omeopatico, per poter esplicare la sua azione terapeutica, deve essere diluito e dinamizzato.

Saluti e salute a tutti