E' giunto il momento, come si usa dire, di "prendere il toro per le corna" e cioè di affrontare quello che a mio avviso è il nodo cruciale della medicina omeopatica: cos' è davvero la malattia?
Se non si coglie questo aspetto fondamentale, non si può comprendere il vero significato dell' omeopatia e la sua grande potenzialità terapeutica.
La malattia è il mezzo di cui si serve l' organismo per mantenersi in salute !
Purtroppo noi tutti, fin dalla nascita, ci portiamo addosso un bagaglio più o meno pesante di orientamenti fisiopatologici, lasciatici "in dote" dai nostri antenati (non solo dai nostri genitori, ma possiamo dire da tutti i componenti del nostro albero genealogico): insomma abbiamo dentro di noi quelle che in precedenti post ho chiamato forze energetiche fisiopatologiche, e che il grande Hanemann, padre dell' omeopatia, definì ai suoi tempi "miasmi": fondamentalmente si tratta del miasma psorico, il più "superficiale", a tendenza eliminativa, il miasma sicotico, di livello internedio, a tendenza accumulativa e proliferativa, ed il miasma fluorico o luetico, il più profondo e radicato, a tendenza disreattiva e distruttiva.
Ognuno di noi, in base alla propria costituzione ed agli "eventi" della propria esistenza (vedremo meglio in seguito come ciò possa verificarsi) , presenta una prevalenza ed un mix diverso di questi miasmi.
Per fortuna però, nel nostro organismo esiste una forza positiva, la nostra energia vitale, la "vis medicatrix naturae", che agisce, dal primo all'ultimo istante della nostra esistenza, per conservare o recuperare il nostro equilibrio interno, cercando di mantenere sempre debole ed allo stato latente la forza negativa dei miasmi.
Quando, per motivi diversi, che esamineremo in seguito, uno o più miasmi si rafforzano all'interno del nostro organismo, la forza vitale provoca una "malattia", che rappresenta una "valvola di sfogo" (spora),o un "isolamento"all'interno dell'organismo (sicosi), o un tentativo di "distruzione"(lue) del o dei miasmi in causa: attraverso la malattia, la forza vitale riesce ad "indebolire" il miasma interno.
Quando, per motivi diversi, che esamineremo in seguito, uno o più miasmi si rafforzano all'interno del nostro organismo, la forza vitale provoca una "malattia", che rappresenta una "valvola di sfogo" (spora),o un "isolamento"all'interno dell'organismo (sicosi), o un tentativo di "distruzione"(lue) del o dei miasmi in causa: attraverso la malattia, la forza vitale riesce ad "indebolire" il miasma interno.
Dunque, come diceva il grande omeopata italo-argentino Dr. Paschero, noi non ci ammaliamo perché abbiamo una malattia, ma abbiamo una malattia perché siamo malati.
Ne deriva che, in caso di malattia, non si deve agire direttamente contro la stessa, perché
così facendo rafforzeremmo i miasmi interni creando le premesse per ulteriori successive malattie, via via sempre più gravi, quali tentativi ulteriori della forza vitale di mantenere il nostro equilibrio interno; bisogna piuttosto "modulare" la malattia nel senso voluto dalla "legge di guarigione" che esiste in natura, e cioè dall'interno verso l'esterno.
Nel contempo, e direi soprattutto, bisogna agire con opportuni rimedi ("terapia di
terreno") contro la vera causa della malattia, il "male interno", rappresentato dalle forze energetiche fisiopatologiche (i miasmi).
Solo agendo in questo modo potremo garantire al paziente una vera guarigione.
Nel contempo, e direi soprattutto, bisogna agire con opportuni rimedi ("terapia di
terreno") contro la vera causa della malattia, il "male interno", rappresentato dalle forze energetiche fisiopatologiche (i miasmi).
Solo agendo in questo modo potremo garantire al paziente una vera guarigione.
Tutti questi elementi necessitano naturalmente di approfondimento: cosa che faremo nei prossimi post.
Da quanto sinteticamente detto, credo però che appaia subito chiaro come l'approccio clinico, e conseguentemente l'approccio terapeutico in medicina omeopatica, non possa che essere diverso rispetto alla medicina classica (anzi direi diametralmente opposto) : la malattia non è vista come un nemico da combattere, ma come un amico con cui collaborare per garantire l'equilibrio interno del nostro organismo.
Chiudo con due immagini, per evocare visivamente, probabilmente in maniera più efficace, quanto vi ho appena detto:
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