In Omeopatia viene spesso menzionata una frase del grande Medico Omeopata argentino T. P. Paschero (di origine italiana da parte paterna) :
"noi non ci ammaliamo a causa di una malattia, ma andiamo incontro ad una malattia perché siamo già ammalati"
TOMAS PABLO PASCHERO ( 1904 - 1986 ) |
Cerchiamo di vedere il perché:
se mi avete seguito fino ad ora, ed avete letto i miei post riguardanti l' Omeopatia (altrimenti vi invito a farlo), avrete notato che tutto il nostro discorso è stato incentrato in particolare sulla necessità di preservare il nostro equilibrio omeostatico interno, al fine di poterci garantire il nostro stato di salute.
In realtà, questo equilibrio risulta essere instabile e precario a causa della presenza nel nostro organismo di quelle diatesi o predisposizioni morbose che noi abbiamo preferito definire forze energetiche fisio-patologiche: esse fanno parte del nostro genotipo e condizionano abbondantemente il nostro fenotipo (vedi post precedenti).
Il Dr S. Hanemann, padre dell' Omeopatia, ebbe il grande merito di individuare e classificare le tre principali forme di diatesi omeopatiche (per noi F.E.F.P.) che denominò con un termine preso a prestito dalla Medicina dell' epoca miasmi : il miasma psorico o "psora", il miasma sicotico o "sicosi" ed il miasma fluorico o "lues".
I soggetti affetti da queste predisposizioni morbose presentavano nell'interezza del loro organismo una sintomatologia reattiva che richiamava i "sintomi locali" caratteristici della scabbia (psora), della blenorragia (sicosi), o della sifilide (fluorismo), senza che tuttavia queste patologie dovessero essere necessariamente presenti.
Si trattava del retaggio "ereditario" di queste patologie, e cioè di una particolare impronta reattiva e quindi una particolare tipologia reattiva ( tipologia = "impronta", dal greco), che, col susseguirsi delle generazioni, queste patologie, all'epoca molto frequenti, determinavano nella popolazione generale.
Venivano così ad essere individuati diversi biotipi ( lo psorico, il sicotico, il fluorico, il "tubercolotico, che sarà aggiunto in seguito, ecc.) con precise caratteristiche reattive psico-somatiche e con peculiari tendenze fisio-patologiche ( le "diatesi")
Queste diatesi omeopatiche "classiche" rimangono presenti ed attive anche ai giorni nostri, anche se determinate "malattie" si possono ritenere pressoché "sconfitte": per esempio il soggetto "tubercolinico" non soffrirà più di tubercolosi, ma presenterà sempre una particolare "fragilità" dell' apparato respiratorio, e così via.
Sospendo qui il discorso, che riprenderemo nei prossimi post.
Come al solito, conservo il metodo di accennare per grandi linee ai vari argomenti, per poi approfondirli gradualmente di volta in volta: ciò per non ingenerare confusione.
Nel prossimo post cominceremo a parlare della "FORZA VITALE", che rappresenta la più grande risorsa del nostro organismo, quella che si oppone alla forza energetica "negativa" delle diatesi.
E' la vera grande risorsa che noi possediamo per conservare la salute e la vita (ritengo che la prima foto di questo post ne dia una rappresentazione visiva abbastanza efficace).
Come vedete stiamo usando spesso il termine energia, e non a caso.
Man mano che andremo avanti nella discussione, mi piacerebbe che vi rendiate conto che non parliamo di teorie fumose e strampalate, ma di fatti molto concreti, partendo dai quali potremo attuare, quando ciò si rendesse necessario, una terapia realmente valida, efficace e sicura per il nostro organismo.
Non è difficile: si tratterà semplicemente di aiutare la "vis medicatrix naturae" a svolgere il suo compito!
Saluti e salute a tutti