mercoledì 7 ottobre 2015

OMEOPATIA: curarsi con la legge della similitudine. Ma perché?


Nell' ultimo post riguardante l' Omeopatia avevamo cominciato a soffermare la nostra attenzione sul pilastro fondamentale o, se preferite, sul perno centrale attorno al quale "gira" tutta la Dottrina e la Clinica Omeopatica: la legge di analogia o di similitudine.

Avevamo anche anticipato che nei post successivi avremmo esaminato più nel dettaglio questa legge.

Tuttavia, ancora prima di fare ciò, è necessario, anzi direi indispensabile, poter disporre di un inquadramento generale abbastanza chiaro riguardante quello che noi chiamiamo stato di "salute"e di "malattia", per poter comprendere bene il ruolo che l' Omeopatia può e, a mio avviso, deve giocare nell' ambito della Medicina Moderna.

Perciò, armiamoci di santa pazienza e cominciamo questo percorso preliminare. 

A questo proposito, mi sono permesso di usare come guida una tabella riassuntiva da me realizzata, a dire il vero in modo molto "artigianale", in occasione di una recente conferenza: faccio ciò perché posso così esprimere il mio personale punto di vista sull' argomento.

Non preoccupatevi del primo impatto visivo che dà l'idea di un guazzabuglio indecifrabile: vedrete che, come succede di solito, le cose sono molto più semplici di quanto sembra a primo acchito.

Devo solo avvisarvi che nell'esaminare questa tabella, per essere più chiari dovremo essere anche un po' "scolastici", e ciò ci porterà via diversi post.
 Tuttavia, per non rendere la cosa eccessivamente lunga e tediosa, questa volta pubblicherò i post che riguardano
questo argomento in un arco di tempo che risulti il più breve possibile:





Cominciamo col prendere in esame la casella centrale del secondo "rigo" della tabella, dove leggiamo la parola NOXA: questo termine deriva dal latino e significa "azione che reca danno".

Ogni qualvolta noi avvertiamo un disturbo nel nostro organismo, cerchiamo giustamente di capire cos'è stato che "ci ha fatto male" e spesso cerchiamo e "crediamo di trova e" (vedremo in seguito perché ho usato quest' espressione) la causa dei nostri disturbi nell' ambiente ESTERNO (prima casella del primo rigo della tabella).
 In realtà in molti casi risulta essere (apparentemente) proprio così: ad es. è la stagione dell' influenza e noi ci siamo "beccati" il virus influenzale, oppure un cibo avariato ci haprovocato una gastroenterite, sollevare bruscamente un peso o prendere un colpo di freddo ci può causare una lombalgia o una cervicalgia, camminare su un terreno scosceso può determinarci una distorsione alla caviglia o al ginocchio, un colpo di calore può provocarci una violenta cefalea ed anche uno stato febbrile elevato, ecc.

In poche parole c'è una causa (noxa) nell' ambiente esterno che determina l'insorgere si un insieme di sintomi, che i medici chiamano SINDROME NOSOLOGICA (seconda casella del primo rigo della tabella), che sono i sintomi propri "della malattia" (per esempio i sintomi tipici propri dell'influenza): per far "cessare" questi sintomi la medicina classica mette in atto una terapia sintomatica. La medicina classica agisce anche con la sua terapia causale nei confronti della noxa
che ha provocato il quadro sintomatologico (vedremo in seguito se è sempre utile e sufficiente procedere in questo modo).

Ma, se siamo più attenti, notiamo che i diversi pazienti rispondono alla noxa esterna, anche con un insieme di sintomi che sono tipici, caratteristici della persona malata e non più della malattia:per es. nel corso dell'influenza un paziente sarà molto agitato, mentre unaltro sarà sempre assopito, un' altro potrà essere molto pallido, uno suderà molto ed un'alto avrà la pelle asciutta, uno avrà molta sete ed un altro no, e così via...: è la SINDROME REATTIVA (casella centrale del terzo rigo della tabella) nei confronti della quale agisce prevalentemente la terapia omeopatica sintomatica (terza casella del terzo rigo della tabella).

Questa sindrome reattiva del paziente deriva dal suo TERRENO INDIVIDUALE (casella lunga centrale) ed è nei confronti di questo che si esplica l'azione della terapia omeopatica causale.
E' questo l'aspetto più interessante ed importante dell' Omeopatia, che dovremo analizzare in seguito.

Dunque una terapia, sintomatica o causale che sia, può essere realizzata sia con la medicina classica che con la medicina omeopatica: la medicina classica tratta prevalentemente i sintomi provocati dalla malattia, la medicina omeopatica tratta prevalentemente i sintomi reattivi propri del paziente.

Dobbiamo qui cominciare a precisare che medicina classica ed omeopatia non sono affatto antitetiche, ma al contrario risultano essere complementari tra di loro, e come tali devono essere considerate ed applicate.

Per ora ci fermiamo; continueremo nei prossimi post l'esame di questo schema generale.

Saluti e salute a tutti!


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