lunedì 12 ottobre 2015

OMEOPATIA: perché curarsi secondo il principio di analogia (continuazione)




Continuiamo oggi l' esame dello schema riassuntivo raffigurante la funzionalità fisio-patologica del nostro organismo, come abbiamo cominciato a fare nel post precedente:





 Osserviamo la casella "lunga" al centro dello schema con le diciture   REATTIVITA' INDIVIDUALE e TERRENO INDIVIDUALE:
questa casella "lineare" divide la tabella in una parte inferiore, di fondamentale importanza in Omeopatia, che non abbiamo ancora analizzato,  ed una parte superiore che stiamo analizzando attualmente: a questo proposito vi invito ora a rivolgere la vostra attenzione sulla prima casella del terzo rigo, dove compare la scritta ambiente interno ed il termine FENOTIPO.

Questa casella, da noi "dimenticata" nel precedente post, indica un aspetto molto importante della Medicina Omeopatica: si riferisce cioè all' insieme delle caratteristiche morfologiche, funzionali e comportamentali (= fenotipo) che costituiscono complessivamente il cosiddetto ambiente interno dell' organismo, e che condizionano la risposta individuale (sindrome reattiva) nei confronti degli stimoli (stressors) che provengono dall' ambiente esterno.

Il mantenimento dell' omeostasi dell' ambiente interno e cioè dell' equilibrio fisiologico che deve esistere tra la componente organica, quella funzionale (neuro-endocrino-immunologica) e quella psichica, le tre componenti fondamentali del nostro organismo, rappresenta il vero e "indispensabile" elemento, capace di garantirci uno stato di salute reale (e non solo apparente).

Questo "equilibrio omeostatico" risulta essere però molto delicato, ed in Fisica verrebbe definito con l'aggettivo "instabile": infatti esso è continuamente suscettibile di cambiamento, soggetto com' è alla influenza dei diversi fattori evidenziati in tabella, e soprattutto a quella dei fattori di tipo "ereditario" ed in particolare ai cosiddetti elementi "diatesici" e "costituzionali" (parte inferiore della tabella).

Questi diversi aspetti "ereditari" che sono alla base della biotipologia individuale vengono anche indicati nel loro insieme col termine GENOTIPO e dovranno essere oggetto nell' immediato futuro di una nostra attenta valutazione, data la loro importanza.




Per il momento, allo scopo di memorizzare il concetto di genotipo e di fenotipo, possiamo riferirci a questa immagine, dove il timbro con l'effige del cane rappresenta il suo "genotipo", potremmo dire l'immagine "potenziale" di quel cane (in questo caso un labrador), che dopo essere stata impressa sulla carta rappresenterà il suo fenotipo, e cioè il labrador così come si presenta nella realtà.




Un' altra immagine per indicare genotipo e fenotipo (parte inferiore e superiore della tabella):
l' albero, le cui radici al di sotto del terreno rappresentano la parte non visibile ma fondamentale (GENOTIPO), ed il cui tronco, rami e foglie rappresentano il FENOTIPO così come si presenta: in questo caso una quercia.

Riportiamoci ora alla seconda casella del terzo rigo dello schema, per concludere questo post con una domanda: qual' è in definitiva la vera finalità della "sindrome reattiva" cioè dell'insieme di tutti i sintomi soggettivi che il nostro organismo mette in atto nei confronti di qualunque stimolo (patologico o meno) esso possa ricevere ?
La risposta la daremo nel prossimo post e vedrete che non sarà scontata, ma vi saranno delle notevoli sorprese (vi lascio con la suspance). A presto!

Saluti e salute a tutti

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