domenica 29 settembre 2013

Omeopatia: il "terreno individuale" 2° parte


Ecco la fisionomia di un soggetto FOSFORICO. Cominciamo ad accennare alla sua costituzione:
in omeopatia chiamiamo così l'individuo ectoblastico (guarda il post precedente sull'omeopatia e lo schema qui sopra). Esso é un longilineo (con questo termine non si indica un individuo necessariamente alto, ma con le singole parti "allungate"): nella testa, collo, tronco, mani, arti, prevalgono i diametri longitudinali; la testa in particolare, come del resto anche le altre parti del corpo, presenta una forma a triangolo isoscele rovesciato e ciò ci fa intuire come in questo soggetto prevalgano le funzioni mentali (forma=funzione). E' magro, con muscolatura sottile, per cui, se per esempio si tratta di un atleta, non sarà molto idoneo per la maratona, quanto piuttosto per i 100 metri: infatti il fosforico ha un buono scatto, ma una scarsa resistenza: esso si accende e si spegne facilmente e rapidamente, come il fosforo di un fiammifero. 
Essendo longilineo e stancandosi abbastanza facilmente, questo soggetto viene definito LONGILINEO ASTENICO; inoltre, presentando una prevalenza delle funzioni del sistema nervoso centrale, viene anche definito NERVOSO. Dovrebbe essere abbastanza chiaro, a questo punto, che nel fosforico prevalgono le funzioni derivate dal foglietto ectoblastico.

Dunque, come potete osservare nella terza colonna dello schema che ho inserito, il soggetto FOSFORICO può essere definito anche ECTOBLASTICO, LONGILINEO ASTENICO, NERVOSO. 

Tuttavia, questa classificazione, presente anche nella vecchia medicina costituzionale, é utile e necessaria, ma non sufficiente per la medicina omeopatica. Infatti, in omeopatia, il soggetto fosforico viene il più delle volte definito anche TUBERCOLINICO. Non vi spaventate: non sto dicendo che é affetto da tubercolosi, ma semplicemente che nel suo organismo prevalgono i processi ossidativi su quelli riduttivi; in parole povere questi soggetti tendono a bruciare molto, cioè a consumare molta energia ed anche a consumarsi (come avviene nei tessuti organici affetti da tubercolosi: vedi la caverna tubercolare). Questa particolare modalità reattiva é dovuta ad una DIATESI OMEOPATICA, definita tubercolinismo, che é presente più facilmente negli individui longilinei astenici (fosforici), rispetto ad altri tipi costituzionali; ne parleremo meglio in seguito. Comincio anche ad accennare che esistono altre tre diatesi omeopatiche: il fluorismo, lo psorismo ed il sicotismo (analizzeremo brevemente il loro significato e le loro funzioni nei prossimi post).
In medicina classica, una diatesi é un fattore predisponente, di natura non strettamente genetica, ma  legato, per così dire, al vissuto dei nostri antenati. Essa é in grado di indirizzare il nostro organismo verso determinate patologie, piuttosto che altre.
Le diatesi omeopatiche, rispetto alle diatesi della medicina classica, svolgono un importante ruolo aggiuntivo nel determinare la nostra reattività individuale. Dal loro esame capiremo meglio il senso del comportamento fisiopatologico del nostro organismo.

Scusate se vado avanti a piccoli passi, ma ritengo in questo modo di potervi far digerire questa materia, a volte un po' ostica, allontanando il pericolo di possibili indigestioni.
Saluti e salute a tutti.

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