Parliamo per il momento dei fattori congeniti: essi sono rappresentati da un lato dalle costituzioni umane, che stiamo brevemente esaminando in questi post, e dall'altro lato dalle cosiddette diatesi omeopatiche, cioè da specifiche "modalià reattive", presenti in proporzioni diverse nelle varie costituzioni. Vediamo brevemente di che si tratta; se ricordate, abbiamo già accennato alla diatesi tubercolinica: essa corrisponde alla prevalenza di reazioni organiche di tipo ossidativo, che comportano una attivazione prolungata del nostro metabolismo. Per così dire, é come se il motore del nostro organismo fosse regolato sopra il minimo, e quindi fosse sempre "accelerato", su di giri. Ciò comporta una serie di conseguenze sia sul piano fisico che mentale, come tendenza al dimagrimento, alla facile stancabilità, ad infiammazioni delle ghiandole linfatiche (meccanismo attraverso il quale l'organismo cerca di mantenere il proprio equilibrio nei confronti delle aggressioni patologiche), ad aumento dell' attività della tiroide (la ghiandola che attiva il metabolismo), con conseguenti palpitazioni cardiache (tachicardia), stati d' ansia, insonnia, ecc.
Quando l'organismo "cede"( passa alla fase astenica), avremo patologie da perdita di sostanza: disidratazione, demineralizzazione (per es. osteoporosi), fino ad arrivare a fenomeni lesionali (ulcerazioni, ecc.)
La diatesi tubercolinica é propria della costituzione fosforica, ma può essere presente, anche se in proporzione minore, nelle altre costituzioni. In realtà ogni diatesi può essere presente in ogni costituzione, ma esiste una gerarchia per cui ciascuna costituzione ha la sua diatesi principale, di base, mentre le altre possono intervenire, per così dire, come diatesi secondarie.
Per schematizzare:
la "tubercolinica" é la diatesi di base per il fosforico; a seguire la diatesi fluorica e la psorica
la "psorica" é la diatesi di base per il sulfurico; a seguire la fluorica e la tubercolinica; ancora
la "psorica" é la diatesi di base per il carbonico; a seguire la sicotica e la fluorica.
Abbiamo dunque una spora carbonica ed una spora sulfurica: la differenza tra le due sta nella diversa durata della fase di stenicità, che come sappiamo è più lunga nel sulfurico, anziché nel carbonico
Cominciamo ad interessarci ora della diatesi psorica o PSORISMO.
La "parola-chiave" di questa diatesi é "ELIMINAZIONE": l' organismo utilizza una modalità reattiva che consiste nel veicolare verso l'esterno, attraverso la pelle e le mucose dell'apparato digerente, urinario e respiratorio, i prodotti di rifiuto derivanti dall' impatto con cause patologiche di origine esterna (batteri, virus, miceti, parassiti, tossine alimentari, respiratorie ecc.), o interna all'organismo stesso (ad esempio patologie metaboliche come il diabete, l' ipercolesterolemia, l' iperuricemia, ecc.)
Questa fase di eliminazione comporta la comparsa di infiammazioni localizzate per l'appunto a livello della pelle e delle mucose: dermatiti accompagnate da prurito (sintomo che invoglia a grattarsi e con ciò ad aiutare la desquamazione delle cellule epidermiche superficiali, che portano via con se per es. cataboliti solforati, ecc); a questi episodi dermatologici si alternano spesso gastroenteriti, con diarrea e/o vomito (che rappresentano altrettanto validi meccanismi eliminativi), ed infiammazioni recidivanti dell' albero respiratorio (spesso facilmente "etichettate" come asma allergico), e delle vie urinarie (cistiti recidivanti dove spesso l'urinocoltura risulta essere "negativa"). In poche parole, l'organismo reagisce alle aggressioni cercando di eliminare i prodotti tossici; se noi ci affrettiamo a bloccare questi sintomi eliminatori con una terapia anti-reattiva, e lo facciamo ripetutamente ogni qualvolta questi sintomi sono costretti a ripresentarsi, ecco che in realtà, al di là di apparenti "guarigioni" transitorie, stiamo respingendo all' interno la patologia ed in tal modo stiamo allargando la strada lungo la quale il nostro organismo raggiungerà più facilmente la sua fase astenica, di cedimento.
Con queste "dolenti note"per ora mi fermo, invitando tutti (compresi i signori medici) ad un piccolo momento di riflessione: almeno nei confronti di certi disturbi, definiti come funzionali (che cioè non esprimono una lesione, ma molto probabilmente rispondono alla logica che ho qui cercato di chiarire), vale la pena di ricorrere alla terapia omeopatica che, come vedremo, aiuta l'organismo a compiere bene il suo dovere (va nello stesso senso, nella stessa stessa direzione dell' organismo): in questo modo, oltre a controllare il fatto acuto, riusciremo realmente a ridurre il rischio di successivi guai più grossi per l'organismo stesso.
"In subordine", asteniamoci in questi casi da terapie "aggressive", che più che risultare utili, possono alla lunga rivelarsi dannose.
Ricordiamo sempre l' insegnamento di Ippocrate, padre della medicina classica: "primum non nocere"
Saluti e salute a tutti
Quando l'organismo "cede"( passa alla fase astenica), avremo patologie da perdita di sostanza: disidratazione, demineralizzazione (per es. osteoporosi), fino ad arrivare a fenomeni lesionali (ulcerazioni, ecc.)
La diatesi tubercolinica é propria della costituzione fosforica, ma può essere presente, anche se in proporzione minore, nelle altre costituzioni. In realtà ogni diatesi può essere presente in ogni costituzione, ma esiste una gerarchia per cui ciascuna costituzione ha la sua diatesi principale, di base, mentre le altre possono intervenire, per così dire, come diatesi secondarie.
Per schematizzare:
la "tubercolinica" é la diatesi di base per il fosforico; a seguire la diatesi fluorica e la psorica
la "psorica" é la diatesi di base per il sulfurico; a seguire la fluorica e la tubercolinica; ancora
la "psorica" é la diatesi di base per il carbonico; a seguire la sicotica e la fluorica.
Abbiamo dunque una spora carbonica ed una spora sulfurica: la differenza tra le due sta nella diversa durata della fase di stenicità, che come sappiamo è più lunga nel sulfurico, anziché nel carbonico
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RICORDIAMO CHE L'ENDOBLASTA E' IL CARBONICO, IL MESOBLASTA E' IL SULFURICO E L'ECTOBLASTA E' IL FOSFORICO (IN BLU A FASE STENICA ED IN ROSSO LA FASE ASTENICA) |
Cominciamo ad interessarci ora della diatesi psorica o PSORISMO.
La "parola-chiave" di questa diatesi é "ELIMINAZIONE": l' organismo utilizza una modalità reattiva che consiste nel veicolare verso l'esterno, attraverso la pelle e le mucose dell'apparato digerente, urinario e respiratorio, i prodotti di rifiuto derivanti dall' impatto con cause patologiche di origine esterna (batteri, virus, miceti, parassiti, tossine alimentari, respiratorie ecc.), o interna all'organismo stesso (ad esempio patologie metaboliche come il diabete, l' ipercolesterolemia, l' iperuricemia, ecc.)
Questa fase di eliminazione comporta la comparsa di infiammazioni localizzate per l'appunto a livello della pelle e delle mucose: dermatiti accompagnate da prurito (sintomo che invoglia a grattarsi e con ciò ad aiutare la desquamazione delle cellule epidermiche superficiali, che portano via con se per es. cataboliti solforati, ecc); a questi episodi dermatologici si alternano spesso gastroenteriti, con diarrea e/o vomito (che rappresentano altrettanto validi meccanismi eliminativi), ed infiammazioni recidivanti dell' albero respiratorio (spesso facilmente "etichettate" come asma allergico), e delle vie urinarie (cistiti recidivanti dove spesso l'urinocoltura risulta essere "negativa"). In poche parole, l'organismo reagisce alle aggressioni cercando di eliminare i prodotti tossici; se noi ci affrettiamo a bloccare questi sintomi eliminatori con una terapia anti-reattiva, e lo facciamo ripetutamente ogni qualvolta questi sintomi sono costretti a ripresentarsi, ecco che in realtà, al di là di apparenti "guarigioni" transitorie, stiamo respingendo all' interno la patologia ed in tal modo stiamo allargando la strada lungo la quale il nostro organismo raggiungerà più facilmente la sua fase astenica, di cedimento.
Con queste "dolenti note"per ora mi fermo, invitando tutti (compresi i signori medici) ad un piccolo momento di riflessione: almeno nei confronti di certi disturbi, definiti come funzionali (che cioè non esprimono una lesione, ma molto probabilmente rispondono alla logica che ho qui cercato di chiarire), vale la pena di ricorrere alla terapia omeopatica che, come vedremo, aiuta l'organismo a compiere bene il suo dovere (va nello stesso senso, nella stessa stessa direzione dell' organismo): in questo modo, oltre a controllare il fatto acuto, riusciremo realmente a ridurre il rischio di successivi guai più grossi per l'organismo stesso.
"In subordine", asteniamoci in questi casi da terapie "aggressive", che più che risultare utili, possono alla lunga rivelarsi dannose.
Ricordiamo sempre l' insegnamento di Ippocrate, padre della medicina classica: "primum non nocere"
Saluti e salute a tutti
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