giovedì 31 luglio 2014

IL DOSAGGIO IN OMEOPATIA:





Oggi prendiamo in considerazione un altro aspetto fondamentale e senz'altro specifico della Medicina Omeopatica: il dosaggio dei "rimedi".

Il termine "rimedio", che usiamo per indicare i medicinali omeopatici, ci fa intuire che non ci troviamo di fronte a farmaci "classici", quelli che interagiscono con l'organismo seguendo le tradizionali leggi della biochimica e della fisica molecolare.
Si tratta invece di sostanze, di diretta derivazione naturale (provenienti da tutti e tre i regni della natura: vegetale, minerale ed animale), che vengono sottoposte ad un particolare "trattamento", con processi successivi di diluizione e "dinamizzazione" (mediante successioni).
In tal modo viene a determinarsi  un decremento crescente della parte ponderale e, nel contempo, un incremento crescente della parte energetica, e quindi della "potenza", di queste sostanze (è chiaro che ciò che possiede meno materia e possiede più energia, ha più forza, più potenza: pensiamo, per esempio, a ciò che può provocare un ciclone rispetto ad un ippopotamo).

Il rimedio omeopatico acquista dunque il suo valore di potenza energetica, in base al suo grado di diluizione e dinamizzazione: quanto più è diluito e dinamizzato, tanto più sarà potente, cioè sarà capace di regolare in profondità aspetti funzionali sempre più complessi: da quelli localizzati a quelli generalizzati, da quelli morfologici ai funzionali, dai neuro-endocrini fino a quelli psico-emotivi e
mentali.

E', in pratica, l'esatto contrario di ciò che accade in Farmacologia classica, dove la  potenza "chimica" del farmaco aumenta con l'aumentare della dose.
 Aumentando il dosaggio di un farmaco, aumenta di fatto la sua capacità di inibire, di bloccare una determinata funzione biologica; il rischio che si corre, però, è quello di passare da una dose terapeutica ad una dose sub-tossica o francamente tossica ("è la dose che fa il veleno").

Negli ultimi anni, a dire il vero, si è andato sempre più diffondendo in Medicina l'utilizzo delle"low dose", cioè dei bassi dosaggi: si è infatti constatato che questi ultimi determinano una utile azione di stimolo sulle funzioni organiche, e nel contempo sono privi di importanti effetti collaterali: è questo il concetto di ormesi (dal greco ormao = stimolare): dunque piccole dosi tendono a stimolate le funzioni organiche ed alte dosi,spesso anche della stessa sostanza, tendono ad inibirle: fino a qui siamo nell'ambito della medicina classica

Ma ritorniamo all' Omeopatia:
perché è nata la necessità di diluire e dinamizzare i rimedi omeopatici?
Perchè i rimedi omeopatici devono essere "energetici", fino al punto da non contenere più molecole al loro interno, ma soltanto il loro specifico spettro elettromagnetico?
 Per rispondere a queste domande, dobbiamo fare un passo indietro, e riprendere il concetto omeopatico di malattia, già esposto nel post precedente.

Nel nostro organismo, come in ogni manifestazione della natura, è insito un principio di autoregolazione, sempre attivo, che chiamiamo forza vitale, e che risponde alla  finalità di preservare o recuperare l' equilibrio fisiologico specifico di ciascun individuo, come di ogni forma vivente.
Contemporaneamente sono presenti nell'organismo quelle che precedentemente ho definito forze energetiche fisiopatologiche (i miasmi di Hanemann), per lo più ereditate dai nostri antenati, ma che possono anche essere acquisite nel corso della nostra esistenza.
Queste forze energetiche "negative" potrebbero, nell'ipotesi per noi più favorevole, rimanere allo stato latente; spesso invece, per motivi interni o/e esterni all'organismo, prendono vigore e determinano la perdita del nostro equilibrio interno.
In questo caso la forza vitale cerca di fiaccare la forza dei miasmi provocando l'insorgere di una "malattia", localizzata dapprima nelle strutture più superficiali del corpo (pelle e mucose), allo scopo di  determinare una liberazione del miasma verso l'esterno ( malattie dermatologiche, o/e delle mucose digestive,respiratorie,urinarie).
Successivamente, se il miasma è, o diventa più profondo, la forza vitale, non riuscendo più a portarlo verso l'esterno, magari perché precedenti tentativi in questo senso sono stati bloccati da un eccesso di terapie "soppressive" (vedi ad es. prolungate terapie cortisoniche o/e antibiotiche), cerca di "isolarlo" all'interno dell'organismo (ed ecco la comparsa di neoformazioni benigne quali verruche, cisti, polipi; lipomi, fibromi ecc.) o ancora, nei casi più gravi, è costretta ad agire in senso lesionale (ulcerazioni, necrosi, disordini immunitari, tumori maligni, tendenze "distruttive" anche a livello mentale).

Le interazioni tra la forza vitale e le forze energetiche fisiopatologiche, che determinano l'insorgenza delle malattie, sono DI CARATTERE ENERGETICO, per cui una vera TERAPIA di riequilibrio  dell'organismo, tale da potere assicurare una guarigione autentica, non può che essere essa stessa ENERGETICA.

Uno squilibrio energetico non si può riequilibrare che energicamente!






 Nella prima metà dell'ottocento, il Dr. Samuel Hanemann capì molto bene tutto questo, e, con intuizione geniale, dapprima ideò e successivamente praticò con successo l'uso delle diluizioni e dinamizzazioni infinitesimali: le potenze energetiche omeopatiche capaci di aiutare la forza vitale a ridurre la forza energetica negativa dei miasmi.

Nell'epoca della scoperta degli antibiotici e della fisica molecolare, è prevalso in Medicina l'uso dei farmaci di sintesi chimica, che indubbiamente hanno risolto molte patologie singolarmente considerate, ma che non sono stati in grado di interrompere quel circolo vizioso attivato dal nostro specifico terreno individuale all' interno dell' organismo, che se non disattivato, porta inevitabilmente alla ricomparsa, in forma spesso ingravescente, di patologie che si ritenevano definitivamente debellate, o di nuove patologie sempre più complesse e profonde.

Oggi, nell'epoca della fisica quantistica, le intuizioni e le scoperte di Hanemann, oltre ad aquisire piena dignità e valenza scientifica, sono considerate elementi costitutivi di primaria importanza nell'ambito della  moderna Medicina Integrata.



Per ora mi fermo.
Come al solito è inutile ripetere che sono necessari ulteriori approfondimenti; spero tuttavia che un gradino per volta, e mi perdonerete se spesso con una prolungata sosta tra l'uno e l'altro gradino, riusciamo quanto meno ad afferrare quello che, a mio modesto avviso, è il vero senso, il "genio" della Medicina Omeopatica.

Saluti e salute a tutti!

P:S: un chiarimento di natura pratica: devo precisare che, in realtà, in Omeopatia esistono due tipi fondamentali di dosaggi: i microdosaggi, compresi generalmente tra la 5CH e la 9CH, che corrispondono grosso modo alle "low dose" dell' Ormesi, ed i dosaggi infinitesimali veri e propri, con gradi di potenza superiori al numero di Avogadro (cioè oltre la 12 CH): questi ultimi dosaggi, puramente energetici, si distinguono a loro volta in alte ed altissime potenze: le potenze alte sono rivolte per lo più alla cura si sindromi organiche croniche e generalizzate; quelle altissime sono in grado di intervenire anche sullo psichismo della persona.

Alla prossima

mercoledì 23 luglio 2014

LA MALATTIA SECONDO LA MEDICINA OMEOPATICA





E' giunto il momento, come si usa dire, di "prendere il toro per le corna" e cioè di affrontare quello che a mio avviso è il nodo cruciale della medicina omeopatica: cos' è davvero la malattia?

Se non si coglie questo aspetto fondamentale, non si può comprendere il vero significato dell' omeopatia e la sua grande potenzialità terapeutica.

La malattia è il mezzo di cui si serve l' organismo per mantenersi in salute !

Purtroppo noi tutti, fin dalla nascita, ci portiamo addosso un bagaglio più o meno pesante di orientamenti  fisiopatologici, lasciatici "in dote" dai nostri antenati (non solo dai nostri genitori, ma possiamo dire da tutti i componenti del nostro albero genealogico): insomma abbiamo dentro di noi quelle che in precedenti post ho chiamato forze energetiche fisiopatologiche, e che il grande Hanemann, padre dell' omeopatia, definì ai suoi tempi "miasmi": fondamentalmente si tratta del miasma psorico, il più "superficiale", a tendenza eliminativa, il miasma sicotico, di livello internedio, a tendenza accumulativa e proliferativa, ed il miasma fluorico o luetico, il più profondo e radicato, a tendenza disreattiva e distruttiva.

Ognuno di noi, in base alla propria costituzione ed agli "eventi" della propria esistenza (vedremo meglio in seguito come ciò possa verificarsi) , presenta una prevalenza ed un mix diverso di questi miasmi.

Per fortuna però, nel nostro organismo esiste una forza positiva, la nostra energia vitale, la "vis medicatrix naturae", che agisce, dal primo all'ultimo istante della nostra esistenza, per conservare o recuperare il nostro equilibrio interno, cercando di mantenere sempre debole ed allo stato latente la forza   negativa dei miasmi.
Quando, per motivi diversi, che esamineremo in seguito, uno o più miasmi si rafforzano all'interno del nostro organismo, la forza vitale provoca una "malattia", che rappresenta una "valvola di sfogo" (spora),o un "isolamento"all'interno dell'organismo (sicosi), o un tentativo di "distruzione"(lue) del o dei miasmi in causa: attraverso la malattia, la forza vitale riesce ad "indebolire" il miasma interno.

Dunque, come diceva il grande omeopata italo-argentino Dr. Paschero, noi non ci ammaliamo perché abbiamo una malattia, ma abbiamo una malattia perché siamo malati.

Ne deriva che, in caso di malattia, non si deve agire direttamente contro la stessa, perché
così facendo rafforzeremmo i miasmi interni creando le premesse per ulteriori successive malattie, via via sempre più gravi, quali tentativi ulteriori della forza vitale di mantenere il nostro equilibrio interno; bisogna piuttosto "modulare" la malattia nel senso voluto dalla "legge di guarigione" che esiste in natura, e cioè dall'interno verso l'esterno.
Nel contempo, e direi soprattutto, bisogna agire con opportuni rimedi ("terapia di
terreno") contro la vera causa della malattia, il "male interno", rappresentato dalle forze energetiche fisiopatologiche (i miasmi).

Solo agendo in questo modo potremo garantire al paziente una vera guarigione.

Tutti questi elementi necessitano naturalmente di approfondimento: cosa che faremo nei prossimi post.

Da quanto sinteticamente detto, credo però che appaia subito chiaro come l'approccio clinico, e conseguentemente l'approccio terapeutico in medicina omeopatica, non possa che essere diverso  rispetto alla medicina classica (anzi direi diametralmente opposto) : la malattia non è vista come un nemico da combattere, ma come un amico con cui collaborare per garantire l'equilibrio interno del nostro organismo.

Chiudo con due immagini, per evocare visivamente, probabilmente in maniera più efficace, quanto vi ho appena detto:



La nostra attenzione, di fronte ad un paziente, deve essere rivolta principalmente non a ciò che si vede immediatamente, ma verso quella che rappresenta la vera "ragione" e la causa di ciò che si vede.

Saluti e salute a tutti!

domenica 6 luglio 2014

Agopuntura: medicina antica rivolta al futuro





L' azione terapeutica dell' Agopuntura  nei confronti di numerose patologie della Clinica Medica, oltre che essere verificata quotidianamente nella pratica ambulatoriale da medici e pazienti, è allo stato attuale ampiamente documentata da numerosi lavori scientifici, basati sulle moderne conoscenze della neuro-fisiologia, secondo rigorosi criteri scientifici.

Ciò nonostante, ancora oggi, l' Agopuntura è spesso considerata o come la panacea di tutti i mali (cosa che è ovviamente impossibile per qualunque metodica scientifica esistente), o al contrario priva di qualunque reale attività terapeutica, ma esplicante soltanto un effetto "placebo": da quanto detto sopra, ciò risulta essere altrettanto falso.

L'unico elemento che può apparire ostico per la nostra mentalità attuale, è il linguaggio "tradizionale" tipico dell' agopuntura classica; basta tuttavia "tradurre" questo linguaggio tradizionale  nel nostro linguaggio scientifico moderno, ed il gioco è fatto:

possiamo dunque definire l'agopuntura come una medicina antica rivolta al futuro.

In questo link trovate elencati sinteticamente questi aspetti, che, a quanto pare, non è mai troppo riprendere ed approfondire: